La storia
La Fondazione Siniscalco – Ceci nacque per volontà di due benefattrici, Antonia De Vargas Machuca, vedova di Domenicantonio Siniscalco, morta nel 1935, e della madre di quest’ultimo, Anna Maria Ceci, originaria di Andria, vedova di Baldassarre Siniscalco, scomparsa pochi anni dopo, nel 1938. Le disposizioni nel testamento delle due nobildonne istituirono come eredi universali del loro patrimonio gli Ospedali Riuniti di Foggia. Ad una condizione: che venisse costruito un ricovero per malati cronici, in particolare – come si legge nel lascito – “poveri, di ambo i sessi e di ogni età con particolare riguardo per ragazzi di età inferiore ai quindici anni”. Le donatrici imposero l’obbligo a carico degli Ospedali Riuniti di Foggia di amministrare il patrimonio donato con caratteri di autonomia, separatezza ed economicità. “Le rendite del patrimonio – si legge ancora nel testamento – dovranno essere interamente ed esclusivamente impiegate per il funzionamento del ricovero con assoluto divieto di distrarne parte benché minima per scopi diversi, e curando di ridurre al minimo le spese di amministrazione e quelle non assolutamente indispensabili onde destinare la maggiore somma possibile a vantaggio degli infelici sofferenti”.
Così recitava il testamento di Antonia De Vargas Machuca. Tale eredità sarebbe stata effettivamente acquisita al nascente nosocomio foggiano, soltanto dopo la morte della suocera Anna Maria Ceci, vedova di Baldassarre Siniscalco, che nel frattempo ne era rimasta usufruttuaria. Il testamento olografo di Anna Maria Ceci venne aperto il 27 settembre 1938, il giorno seguente al suo decesso. Le disposizioni al suo interno ricalcano alla lettera quelle sottoscritte dalla nuora, deceduta pochi anni prima, ribadendo la necessità della costruzione di un ricovero per ammalati cronici intitolato “Ricovero per ammalati cronici Domenico e Antonia Siniscalco Ceci” destinato ai minori di anni 15 in condizioni di povertà, che non avessero parenti che si potessero prendere cura di loro e che non avessero malattie contagiose.
Il percorso intrapreso subì un’inevitabile battuta d’arresto a causa dello scoppio del secondo conflitto mondiale. Negli anni Cinquanta si assistette alla trasformazione del cosiddetto “Legato Siniscalco” in Ente Morale con decreto del Presidente della Repubblica Italiana che ne approvò lo Statuto il 9 novembre 1956. Dalla data dell’accettazione il legato divenne una gestione autonoma, distinta e separata da quella ospedaliera. Nel 1952, infatti, si attendeva l’ultimazione del fabbricato ospedaliero in cui avrebbe trovato posto il reparto per ricovero di vecchi cronici e di fanciulli, così come disposto dalle due benefattrici.
Sul finire degli anni Settanta ha inizio la storia dell’associazione “Comunità sulla strada di Emmaus” che incrocia quella della Fondazione. Il progetto di realizzare un’opera destinata al recupero dei giovani deviati da tossicodipendenza ed emarginati dal contesto sociale, promosso dalla Comunità Emmaus, si realizzò proprio grazie all’intervento della Fondazione che trovò quell’intervento in linea con le finalità sociali ispirate dalle tavole fondative.
La Fondazione Siniscalco-Ceci Emmaus Onlus oggi è un soggetto giuridico di diritto privato. Tale forma giuridica è stata scelta in seguito all’approvazione del Regolamento regionale n. 1/2008 adottato in attuazione della Legge Regionale 30 settembre 2004, n. 15 “Riforma delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (IPAB) e disciplina delle aziende pubbliche dei servizi alle persone”, in ottemperanza all’art. 10 della L. 328/2000 e del successivo decreto legislativo n. 207 del 4 maggio 2001 La proposta di trasformazione della Fondazione Siniscalco-Ceci Emmaus Onlus da IPAB in persona giuridica di diritto privato è stata acquisita agli atti della Regione Puglia, Assessorato alla Solidarietà, e con atto dirigenziale n. 0877 del 18 novembre 2008 è stata accolta l’istanza, così come è stato approvato lo statuto dell’Ente.