L’8 marzo per le donne della Fondazione: lottare per loro

Da sempre la Fondazione lavora per le donne e con le donne. Molte sono straniere, alcune di esse africane: ne abbiamo accolte tantissime in questi anni, continueremo a farlo. Si portano dietro esperienze di violenza, di schiavitù, di subalternità e sfruttamento di ogni tipo: sociale, economico, culturale, umano. Hanno con sé bambini, figli di ogni età.

Cosa facciamo per loro? Cosa abbiamo fatto?

La scuola, anzitutto. Sono tutte iscritte a scuola: è la prima cosa, l’istruzione. Poi le iscriviamo ai corsi di formazione che via via attiviamo: aiuto cuoco, addetto alle sale, alle vendite e altro. Forniamo loro accompagnamento e sostegno di varia natura, per quanto possibile.

Alcune hanno trovato un lavoro, altre lo troveranno. C’è anche chi studia e lavora, contemporaneamente. E chi è appena arrivata e ha bisogno di assistenza psicologica, di qualcuno con cui parlare, di una presenza costante.

Le difficoltà sono enormi, ma bisogna lottare. E se una di loro rallenta, inciampa o si ferma un attimo, allora la prendiamo sulle spalle e lottiamo noi, per loro.