La Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus gestisce una delle più grandi aziende biologiche del territorio di Capitanata con 570 ettari già in coltivazione biologica (70 in conversione) tra Foggia, Manfredonia e Lucera. Si tratta di un’ampia fetta di proprietà agricola destinata, nel giro di pochi anni, a diventare interamente biologica.
Negli ettari della Fondazione si coltiva essenzialmente grano e cereali. Tuttavia, sono state impiantate varie zone a uliveto, in particolar modo quelle di difficile messa a coltura cerealicola, mentre due ettari sono stati destinati alla coltivazione dell’asparago. Dotata di un proprio parco macchine, per la maggior parte dell’anno la Fondazione lavora in proprio, affidando a lavoratori terzi o affittando parte dei suoi terreni agricoli soltanto stagionalmente.
Con la certificazione ICEA per le coltivazioni biologiche, rilasciata dall’Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale, la Fondazione è socio promotore e fondatore della società Mediterre.bio che raggruppa produttori di olio e di grano della Puglia per la filiera di Alce Nero, dal 1978 leader nel settore biologico.
L’incontro con Lucio Cavazzoni, al tempo presidente di Alce Nero, è al centro di una scelta produttiva orientata sulla trasparenza, in una logica anche evangelica basata sul principio di una Terra che sia anche casa comune da salvaguardare. Una linea di cammino chiara per una fondazione fortemente proiettata sulle attività sociali che ha, tra i suoi obiettivi, quello di lavorare in maniera aggregata, nel superamento di una logica latifondistica in favore di una sana cooperazione tra chi produce, chi trasforma, chi vende e chi consuma. L’idea delle “etichette parlanti”, in grado di certificare ogni singolo passaggio informativo inerente la produzione, così come la capacità di istituire relazioni con enti di ricerca del territorio (Facoltà di Agraria dell’Università di Foggia, ad esempio, ma anche con il CREA del Ministero delle politiche agricole), rientrano in quest’ottica precisa.
La costituzione dell’impresa sociale Terra Bio, infine, realizzata dalla Fondazione e volta ad aumentare l’inserimento lavorativo delle persone fragili, è altresì parte integrante di un progetto di rete impiantato su sani principi etici e morali.
Mediterre Bio
Mediterre.bio è una società a responsabilità limitata che ha come fine quello di creare un’alleanza tra agricoltori che scelgono il biologico quale modello di impresa, lavorando nel rispetto del territorio.
È ubicata presso la sede della Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus, in Foggia.
L’obiettivo principale di Mediterre.bio è consolidare e strutturare le filiere agricole e produttive esistenti, coinvolgendole in un’efficace e organica rete produttiva. Di fondamentale importanza è la programmazione volta a favorire lo sviluppo di produzioni biologiche e nuovi prodotti, potendo contare sul coinvolgimento diretto di un’azienda leader di settore come Alce Nero. In tal senso, si inseriscono tutte le attività di pianificazione di semine e impianti, lo sviluppo di sistemi di controlli qualitativi e di sicurezza alimentare, la diffusione del “vero” biologico in un’ottica di giusta, sana e buona alimentazione, all’insegna della sostenibilità economica, ecologica e sociale dei territori in cui si opera. Inoltre, Mediterre.bio pone molta attenzione all’assistenza agronomica e alla sperimentazione in agricoltura, grazie al supporto delle Università e degli enti di ricerca territoriali.
Nel dettaglio, la società è costituita da 17 realtà socie di levatura nazionale, tra cui la Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus, Finoliva, Molino De Vita, Alce Nero, Libera terra Mediterranea, Az. Agricola Desiante Maria, Az. Agricola Denora Filippo, Az. Agricola Pace Salvatore, Az. Agricola Berardi, Coop Daunia & Bio, Coop Lavorazione Prodotti Agricoli. Le due cooperative forniscono un ampio bacino di produttori agricoli costituito da circa 80 aziende agricole.
Per la campagna granaria con semina 2021 e raccolta 2022 Mediterre.bio, insieme ad Alce Nero, ha programmato una superficie di semina per la filiera dedica al grano duro Senatore Cappelli di 1454 ettari, con una previsione di produzione di 26000 quintali. Mentre per la filiera dedicata al grano duro Nazionale una superficie di semina di circa 1335 ettari con una previsione di 33375 quintali.
La trasformazione in semola di questa granella sarà effettuata dal Molino De Vita, la pastificazione sarà ad opera del Pastificio Felicetti e la commercializzazione viene effettuata da Alce Nero.
Terra Bio e “Talenti da far fruttare”
Terra Bio Società Agricola è un’impresa sociale partecipata al 99% dalla Fondazione, nata allo scopo di dare una svolta produttiva al contempo intensificando l’inserimento lavorativo di soggetti socialmente ed economicamente fragili. Partecipando ai PSR Regionali, Terra Bio ha impiantato un vasto melograneto e acquistato attrezzi occorrenti per i lavori agricoli. Gestisce 70 ettari di proprietà della Fondazione.
Nel 2021, partecipando al bando “Puglia Sociale”, ha visto l’approvazione del progetto “Talenti da far fruttare”, riguardante l’agricoltura sociale e il settore alimentare.
Nello specifico, le attività progettuali comprendono anzitutto l’avvio dei lavori di ristrutturazione di un capanno nei pressi della Masseria Anna Ceci, propedeutico alla fase produttiva vera e propria. Questa, pertanto, è orientata verso la creazione di un laboratorio di produzione artigianale di eccellenza per la realizzazione di marmellate, confetture, succhi e ortaggi in vaso (sottaceti, sottolio, passata, pomodori ecc.), da riproporre alla vendita anche attraverso attività di e-commerce.
L’idea è quella di valorizzare il prodotto attraverso l’esaltazione e il recupero di quelle antiche ricette proprie di una cultura contadina e familiare che rischia di perdersi nel tempo. A sostegno di ciò, l’utilizzo di strumentazioni tecnologiche in linea con la normativa vigente, in grado di valorizzare la produzione sia dal punto di vista strettamente nutrizionale che sul piano estetico. Cibo sano, biologico e a chilometro zero: questo il principio del progetto “Talenti da far fruttare” che, una volta a regime, sarà dotato di un proprio punto vendita e una piccola zona ufficio in grado di gestire la produzione durante l’anno, rispettando sempre i criteri agricoli della stagionalità.