Da richiedenti asilo a lavoratori in fabbrica
Sono 32 gli ospiti de La Casa di Abraham e Sarah assunti dall’azienda Rosso Gargano – Pomodoro di Puglia, una delle realtà più attive sul territorio di Capitanata.
Richiedenti asilo, i quali grazie al lavoro degli operatori e dei volontari della Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus, che hanno agevolato l’espletamento di tutte le documentazioni necessarie per lavorare in modo sicuro nel nostro Paese, si sono fatti trovare pronti a questa chiamata che li impegnerà fino a fine ottobre.
Parliamo di cose apparentemente scontate, come il permesso di soggiorno, la carta di identità, il codice fiscale, un conto bancario, ma che diventano fondamentali per chi arriva in Italia con pochissime risorse, senza conoscere la lingua. La Fondazione è qui anche per questo, per fare da tramite e coordinamento con le realtà del territorio, oltre che per aiutare, spesso con propri mezzi, chi è in difficoltà.
Conoscere il lavoro attraverso un settore diverso dall’agricoltura, come quello della trasformazione in fabbrica, significa conoscere orari fissi, visite mediche, contratti: un modus operandi che deve essere la regola, indipendentemente dalla provenienza dei lavoratori.
I nostri lavoratori da oltre un mese si spostano con i mezzi pubblici (e quando non ci sono, ci pensa la Fondazione), raggiungono puntualmente il luogo di lavoro, interagiscono con i colleghi, studiano la lingua e si sentono parte di una comunità. È una forma di normalità, questa, che speriamo smetta di essere straordinaria.
La cosa bella, infine, è che tutto è nato da un incontro casuale in una delle nostre strutture di accoglienza: un esempio di come le occasioni possano arrivare in qualsiasi luogo e momento, purché ci si faccia trovare pronti.