Diventare Comunità Accoglienti: la nuova scommessa della Fondazione

Da Comunità di Accoglienza a Comunità Accoglienti: è quanto si sta realizzando all’interno della Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus, coinvolgendo tutti gli operatori, i volontari e le realtà che orbitano attorno a questo variegato universo.

Ed è quanto chiede il CNCA – Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza – nel documento politico a cui ha aderito con convinzione la stessa Fondazione: cuore del dibattito aperto che ha avuto luogo nella giornata di venerdì 3 marzo negli spazi di Masseria De Vargas, coinvolgendo esperti del Terzo Settore in uno momento di formazione importante.

Da Comunità di Accoglienza a Comunità Accoglienti, dunque, questa la trasformazione alla quale si è chiamati. Si dirà: ma non è la stessa cosa? No, non lo è, perché diventare Comunità Accoglienti significa intercettare un futuro, “evolvere insieme attraverso discussioni, visioni condivise, alleanze, strategie di politica sociale” – ricalcando così i punti salienti del documento della CNCA. “Colloquiare, inoltre, anche con quei mondi talvolta lontani ma disponibili ad accettare scambi, interrelazioni, collaborazioni e confronti”.

Significa, soprattutto e riprendendo le parole del direttore della Fondazione, Antonio De Maso, “smettere di considerare il Terzo Settore come un elargitore di ‘prestazioni gestionali’ per conto della Pubblica Amministrazione. Il Terzo Settore, il mondo vivo del sociale, secondo questa nuova visione, è un soggetto protagonista del dibattito politico.
Deve esserlo”.

Un evento fondativo, dunque, quello che si è tenuto, inserito nel progetto “Orto luogo di relazione” (rispondente all’avviso pubblico della Regione “Puglia Capitale Sociale 3.0” – fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel Terzo Settore).