Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, la Fondazione c’è

Il 20 novembre è la Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. È una data che è stata scelta perché il 20 novembre del 1989 venne approvata la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Attualmente però, sia nel Mondo ma purtroppo anche in Italia, molti bambini vedono ancora negati i loro diritti ad assistenza sanitaria, nutrizione, istruzione e protezione.

Sin dalla sua nascita, la Fondazione si è occupata dei minori. Il lascito testamentario delle due benefattrici Antonia De Vargas e Anna Maria Ceci, già nel 1938, rivolgeva la propria attenzione a “poveri, di ambo i sessi e di ogni età con particolare riguardo per ragazzi di età inferiore ai quindici anni”. In principio, si parlò di un ricovero il quale poi, via via, nel corso degli anni e delle trasformazioni incorse, si è trasformato in qualcosa di più strutturato e vario, in linea con la contemporaneità e con i nuovi bisogni delle classi sociali più deboli. Ancora oggi, pertanto, gran parte delle attività, dei progetti, delle strutture e delle professionalità sono al servizio della categoria più fragile che esista.

“I bambini di oggi sono gli adulti di domani”, diceva Bruno Munari, illustratore e geniale inventore di storie per giovani e meno giovani: l’unica, reale ricchezza a disposizione dell’umanità. Per cui accade che anche quando c’è una ricorrenza che riguarda uno dei bambini ospiti delle strutture della Fondazione, diventa festa per tutti, la celebrazione di un’intera comunità.

Il progetto Abitare le Relazioni, in particolare, sostenuto da Fondazione con il Sud, in questi anni di lavoro ha dato ospitalità a tantissime famiglie provenienti da ogni parte del mondo, Italia compresa, spesso con figli minori a carico. A questi ultimi poi, ha rivolto ancora maggior attenzione, dando loro la possibilità di iscriversi a scuola, di studiare, di familiarizzare con altri bambini. Soprattutto, grazie agli spazi aperti e immersi nella natura delle strutture coinvolte, a cominciare dalle masserie che portano i nomi delle due benefattrici storiche, tanti bambini hanno avuto accesso a quella che è una risorsa fondamentale per loro, un diritto inalienabile: il gioco.

D’altronde, riprendendo ancora Munari, “Giocare è una cosa seria”.