Inclusione lavorativa e migranti: la visita di Coop Italia e No Cap

“Siamo onorati di questa visita e di aver mostrato come opera la Fondazione quando si tratta di inclusione lavorativa, ospitalità e valorizzazione delle risorse umane. I lavoratori migranti possono e devono stare fuori dai ghetti: da noi conducono una vita dignitosa, con condizioni lavorative nel pieno rispetto delle leggi”.

Tutta la soddisfazione del direttore della Fondazione, Antonio De Maso, a margine della visita che ha avuto luogo il 20 settembre, al Villaggio Don Bosco, dove sono ubicati alcuni degli alloggi a disposizione dei soggetti interessati dai nostri progetti.

Nel quartier generale della Fondazione, infatti, sono stati accolti: Claudio Mazzini, responsabile acquisto prodotti freschi per Coop Italia; Maura Latini, presidente e amministratrice delegata del gruppo Coop Italia; Yvan Sagnet, presidente dell’associazione No Cap che da diversi anni si batte contro il capolarato e la regolarizzazione dei lavoratori migranti; Anna Padoin, operatrice del progetto Più Supreme dell’associazione Comunità sulla Strada di Emmaus, rivolto a cittadini stranieri e volto a sollecitare il contrasto a ogni forma di sfruttamento.

«Come Fondazione – continua De Maso – perseguiamo da sempre e con forza iniziative orientate verso l’emersione del lavoro nero, veri e proprio percorsi di legalità che sono e devono essere l’unica strada da prendere. Siamo, inoltre, felici di fornire alla gente anche una risposta differente rispetto all’odierna narrazione sul tema migranti: l’integrazione è possibile, l’inclusione è possibile, soprattutto se ci si mette in rete con altri soggetti protagonisti della filiera dell’inclusione. All’incontro di ieri – conclude – erano presenti delle realtà nazionali importantissime, punti di riferimento in Italia per ciò che concerne il lavoro, la trasparenza e qualsiasi discorso di filiera produttiva”.