Progetto “P.I.U. SU.PR.EME”: sempre più accanto ai migranti

“Manifestazione di interesse per l’individuazione e il coinvolgimento di un soggetto del Terzo settore per la co-progettazione, la realizzazione e la gestione di specifici interventi mirati al soddisfacimento delle esigenze di carattere abitativo e occupazionale dei cittadini di Paesi terzi regolarmente presenti in Italia, vittime o potenziali vittime di sfruttamento lavorativo in agricoltura nel territorio della provincia di Foggia”.

È il bando del quale si è discusso lo scorso 18 luglio a Villaggio Don Bosco, sede operativa della Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus, in piena sinergia con la Regione Puglia, rappresentata dal dirigente della sezione Sicurezza del cittadino, politiche per le migrazioni e antimafia sociale, Antonio Tommasi, e dalle funzionarie di sezione. Presenti, anche, tutte le realtà coinvolte nel progetto: Consorzio Aranea, capofila, con le associate Comunità sulla strada di Emmaus, cooperativa Arcobaleno, Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus, e i partner Consorzio Mestieri Puglia, Associazione Smile Puglia, Caritas Incontro ODV. L’intento, di fatto, è quello di dare continuità al progetto “P.I.U. SU.PR.EME – Percorsi Individualizzati di Uscita dallo sfruttamento”, già in essere presso le strutture della Fondazione grazie all’intervento di professionisti e volontari di settore.

Quattro, in sintesi, i capitoli dei quali si è discusso e che, via via, dovranno essere potenziati: accoglienza, lavoro, servizi e integrazione. Nella fattispecie, l’idea è anzitutto quella di migliorare le condizioni abitative, contribuendo a superare il sistema degli insediamenti informali e dei ghetti anche attraverso percorsi individuali e collettivi di autonomia. In successione, favorire il superamento delle condizioni di illegalità attraverso azioni informative in grado di consentire l’emersione delle situazioni di grave sfruttamento, specie in agricoltura, provando anche a incentivare la professionalità dei lavoratori. Infine, rafforzare i servizi dedicati ai lavoratori migranti e promuovere processi sostenibili di integrazione sociale ed economica, oltre che di partecipazione attiva alla vita sociale delle comunità nelle aree interessate dal progetto, in collaborazione con la società civile e con altri attori del territori.

Una strada importante attraverso la quale dare continuità a quanto svolto sino a questo momento, mediante interventi mirati e organizzati secondo fasi ben strutturate, peraltro condivise durante il “summit” con la Regione e potendo contare sul grande apporto dei partner di progetto, in un’ottica di collaborazione concreta tra istituzioni, enti e capitale umano. Una nuova progettualità che si appresta a partire e che consentirà sempre di più ai lavoratori migranti di non sentirsi abbandonati e preda di situazioni prossime all’illegalità: accoglienza attiva e servizi saranno sempre più al centro dell’azione della Fondazione e dei soggetti coinvolti.