Tempo di semina negli ettari della Fondazione: “Un esempio di resilienza”
Qualche giorno fa, come ogni anno e nonostante condizioni ambientali sempre più difficili, è iniziato il processo di semina. Siccità, raccolti esigui ed magro sostentamento di settore non hanno scoraggiato quella che resta una delle missioni della Fondazione che, con i suoi 1200 ettari di proprietà, dei quali 600 a biologico, resta una delle aziende agricole più importanti del territorio.
“Seminare, infatti, deve essere inteso come un esempio di resilienza – spiega Antonio De Maso , direttore della Fondazione – principalmente per l’ampio respiro sociale del nostro fare agricolo. Parliamo spesso della filiera corta, della Spesa in Campagna, degli orti sociali, tutte nobilissime manifestazioni umane e culturali che perseguiamo con convinzione. Ma non va dimenticato che a monte c’è una parte intensiva del lavoro che è fondamentale e che rappresenta un esempio di integrazione, grazie a una forza lavoro composta da cittadini italiani e stranieri fortemente motivati, ai quali va il ringraziamento sincero della Fondazione, senza dimenticare il lavoro prezioso del consigliere Cristoforo Carrino, chiamato a coordinare le varie operazioni”.
Una dichiarazione di intenti che trova riscontro nei fatti, come conferma la bonifica operata su circa 40 ettari di terra in agro di Manfredonia, località Ciminiera, o la scelta di voler insistere su grani di riconosciuta qualità, come il Senatore Cappelli, noto per le sue proprietà nutraceutiche e organolettiche.
A dispetto di risultati non sempre incoraggianti e condizioni territoriali non semplici, per la Fondazione seminare resta anzitutto un intervento sociale e culturale, in armonia e nel pieno rispetto dell’ambiente circostante.