Dall’assemblea del CNCA, l’intervento di Antonio Aquilino: “Occorre un lavoro maieutico”

“Dobbiamo essere promotori e strenui difensori dei diritti, in primo luogo per quelle fasce della popolazione meno garantite, che troppo spesso non riescono ad accedere ai servizi pubblici ed a godere dei diritti sanciti dalla nostra Costituzione”. Così Antonio Aquilino, operatore de “La Casa di Abrahm e Sarah”, struttura legata alla Fondazione, durante il suo intervento all’assemblea del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza che si è tenuta a Milano lo scorso 16 dicembre. 
“Come ci ricorda il documento politico del CNCA – ha aggiunto ancora l’operatore sociale – con le persone che vivono in condizioni di vulnerabilità non possiamo rinunciare ad un lavoro maieutico: per cui nessun vero cambiamento può realizzarsi senza il coinvolgimento sentito e la partecipazione attiva dei diretti interessati”.
Un intervento frutto di un confronto importante avuto con i giovani, per tale ragione ancor più prezioso. Di seguito, il testo nella sua interezza:
“Questo lavoro maieutico va svolto quotidianamente ripartendo dal margine per almeno due motivi:
1) Perché molto spesso le persone più vulnerabili vivono nei luoghi che noi definiamo marginali;
2) Perché la marginalità può essere luogo di radicale possibilità, resistenza e condivisione a condizione però di lavorare in questi luoghi tenendo sempre presente la teoria della subalternità, per quanto amara essa sia.
Secondo la teoria della subalternità l’aver vissuto o vivere esperienze estreme di povertà ed esclusione non dona necessariamente una comprensione più autentica delle cose, ma addirittura tende a comprometterla e chi subisce queste situazioni di domino ne porta i segni nell’anima e nella testa.
Tutto ciò ci riporta al macro-tema della multidimensionalità dell’esclusione sociale e ci ricorda che quel lavoro maieutico deve puntare all’obiettivo più alto: aiutare le persone a liberarsi dalla propria subalternità e riappropriarsi del proprio ruolo di soggetto attivo nella società, un soggetto che accede e vive effettivamente i propri diritti e adempie costantemente ai propri doveri, ormai fuori dal margine”.