Lavorare in una comunità educativa: un’esperienza unica, in tutti i sensi
Fare un’esperienza di lavoro in una comunità educativa non è alla portata di tutti, ci teniamo a dirlo e a sottolinearlo. È un’impresa. Umana e conoscitiva, oltre che fisicamente faticosa. Arricchente? Certo, enormemente. Ma, ribadiamo, non alla portata di tutti.
Perché questo messaggio? Perché la Fondazione è alla ricerca di professionalità che vogliano proporsi per un’esperienza nelle nostre comunità educative ma, prima di vagliare profili, è bene prepararsi a qualcosa di non comune.
Nello specifico, è fondamentale la disponibilità a lavorare sui turni, compreso notturni, talora anche di sabato e domenica (può capitare, sì). Bisogna poi avere una certa attitudine al lavoro educativo nei confronti dei minori e dei soggetti fragili, compresa la propensione e capacità a interfacciarsi con i servizi sociali comunali: la Fondazione collabora con enti e istituzioni, oltre che con associazioni e privati. Di base poi, occorre mettersi in gioco per tutto ciò che attiene l’accoglienza, compresi vitto, alloggio e qualsiasi altra incombenza che possa essere utile allo scopo.
Si lavora in equipe, sempre e comunque. E infine, cosa tecnica ma niente affatto secondaria, è necessario essere automuniti: le nostre strutture sono tutte o quasi tutte fuori dal centro abitato.
Al di là dei profili professionali – che si tratti o meno di educatori, psicologi, sociologi o assistenti sociali – noi chiediamo soprattutto queste “skills”, come va di moda dire adesso. Che tradotto, almeno per noi, significa: passione, competenza e disponibilità.
Per informazioni più dettagliate e per candidarsi è possibile inviare una mail a minori@siniscalcoceciemmaus.it